VIRGINIA WOOLF E WILLEM DE KOONING: IL RICORDO IN PITTURA E IN LETTERATURA

“L’inesplicabile fenomeno della coscienza sorgerebbe nel sistema percettivo al posto delle tracce mestiche”

S. Freud, Nota sul “notes magico”

Cos’è la memoria e come funziona?

La memoria, anzi le memorie hanno a che fare con la ricca e stratificata materia delle fasi formative del soggetto, dell’esperienza che si struttura in rapporto alle figure primarie: genitori, fratelli o pari, familiari (zii, nonni, cugini), baby-sitter e insegnanti.

La memoria non può prescindere dalle vicende che il soggetto assorbe e su cui cerca di regolarsi e di slegarsi. Funzioni e disfunzionamento delle memorie bio-esistenziali sono in rapporto con le interazioni: quanto il soggetto ha patito o come ha saputo sviluppare una posizione attiva rispetto al dolore, alla paura, alla morte.

La memoria non attiene all’invisibile, all’immateriale o all’ineffabile.  E’ legata solo poco e nel suo farsi iniziale alla percezione. Le memorie intrattengono nessi con la rappresentazione: il corticale si lega all’esterno. Ma non è materia di razionalità neutra e indistinta. Le numerose sedi corticali raccolgono l’irradiazione dei centri sottocorticali: sistema limbico, amigdala e ippocampo. Il nostro Sistema Nervoso Centrale è capace di un’integrazione che dobbiamo saper riconoscere e riprodurre nel trattamento.

Non c’è mistero, ineffabile, indicibile, nella memoria c’è traccia e per giunta lavorata, complessa, sistemica, segnica. Traducibile, perdonabile direbbe Bruno Moroncini.